Larderello, e la sua storia:
un piccolo paese toscano, in prov. di Pisa.
Questo luogo in passato era famoso per le acque medicamentose, notizie fornite da Licofrone scrittore greco del 270 a.c., il quale racconta dell’esistenza di un fiume denominato Lynceeus (identificato da Filippo Cluberio nell’Italie Antiquate descriptio nel 1626, nell’attuale fiume Cornia). Con l’insediamento degli Etruschi nella zona, fu creato un fiorente commercio sfruttando i sali borici, che depositandosi ai bordi dei lagoni naturali, furono utilizzati, sia per uso farmaceutico, sia per la preparazione di smalti. Altre notizie possono essere rintracciate nel segmento III° della Tabula Itineraria Peutingeriana ( ora conservata presso il Museo Imperiale di Vienna),carta militare romana del 3° secolo d.c. che descriveva le strade romane e dove erano ubicati i più importanti stabilimenti termali. Nella nostra zona, erano citati due importanti bagni termali, le “Aquas Volaternas” e “Aque Populanie”. Le prime, oggi identificate nella località Bagno al Morbo (a circa un chilometro da Larderello) che nel Medio Evo e nel Rinascimento, ebbe gran fortuna, specialmente con la presenza assidua, presso tali bagni, di Lorenzo il Magnifico. E le seconde, delle quali se n’era persa traccia, fino ad un recente scavo archeologico che ha portato alla luce, nei pressi di Sasso Pisano (a circa 6 km. da Larderello) tracce di un grosso complesso termale etrusco- romano (tale sito nel Medio Evo era denominato Bagno del Re e Bagno di San Quilico).
In tempi più recenti, nel 1777, le attività industriali di Larderello, nacquero, con lo sfruttamento delle acque geotermiche per la produzione dell’acido borico, grazie a Francesco Hoefer, direttore delle Farmacie del Granducato di Toscana.
Solamente dal 1818, la ditta "Larderel" di Livorno, Fondata da Francesco de Larderel, inizia lo sfruttamento industriale delle acque boriche, su larga scala, impiantando una fabbrica in primo luogo nei pressi di Montecerboli ( foto ) e in seguito a Castelnuovo di Val di Cecina, Sasso Pisano, Serrazzano, Lustignano, Lago Boracifero e Monterotondo Marittimo. Il processo di estrazione dell'acido borico funzionava così : vi erano delle grosse vasche ( foto ) , dove veniva fatta fluire l'acqua che fuoriusciva naturalmente dal sottosuolo, mediante tubature e/o cunicoli a cielo aperto ( foto ) al di sotto di queste veniva acceso un fuoco di legna che permetteva l'evaporazione dell'acqua, facendo rimanere così i cristalli del prodotto misto ad altre sostanze, che in seguito veniva raffinato arrivando al prodotto finito. Così facendo le zone, prima quelle limitrofe alle fabbriche e poi sempre più lontane, vennero disboscate. Questo processo di estrazione, ( che si protrasse fino al 1826 )col passare del tempo veniva ad incidere negativamente sul costo del prodotto finale. Il De Larderel mediante una geniale intuizione creò " il lagone coperto ( foto ) che, sfruttando il calore fuoriuscente in modo naturale dal terreno ed incanalato in apposite tubature sostituì in maniera totale il calore fornito dalla legna. Il lagone coperto divenne in futuro il marchio di fabbrica della " Larderello S.p.A. "
Con il passare del tempo l’energia termica che fuoriusciva naturalmente del terreno iniziava ad essere insufficiente rispetto all'espansione dei processi produttivi, dal 1828 iniziò l’attività di perforazione, per il reperimento di tale energia.
Arrivando così al 1842 quando fu raggiunta una notevole perfezione nell'evaporazione delle acque boriche con l'installazione delle caldaie " adriane " ( foto ) . Nel 1846 l'allora Granduca Leopoldo II°, in riconoscimento dell'opera svolta da Francesco De Larderel impose il nome di Larderello alla fabbrica sorta presso Montecerboli.
Nel 1865 vengono realizzate le prime pompe a vapore, costituite da semplici ed economici dispositivi detti " pompatori " che sostituiscono con grande vantaggio i primitivi " bindoli " a norie e a trazione animale per il sollevamento delle acque boriche.
Il dottor Ferdinando Raynant nel 1894, direttore generale delle fabbriche " de Larderel ", progettò e fece costruire dalle officine Pineschi di Pomarance la prima caldaia tubolare della potenza di 8 cv alimentata da fluido endogeno, che viene adibita all'azionamento di macchine operatrici quali: molini, centrifughe ed agitatori per gli impianti chimici.
Nel 1900, il vapore, venne utilizzato per azionare speciali argani e pompe a cavallino, facilitando così la perforazione delle prime macchine permettendo, in questo modo, di arrivare a profondità maggiori, in tempi e costi minori. Progrediscono notevolmente gli impianti, la produzione e gli scambi commerciali. Viene incrementata la gamma di produzione dei derivati borici ed ammoniacali facendo acquistare una vasta fama internazionale all'industria chimica del luogo. In questo anno la ricerca del vapore, mediante trivellazioni, che al momento era concentrata solamente alle vicinanze delle manifestazioni naturali, venne estesa a tutta la regione boracifera con l'ausilio di impianti tecnicamente sempre più perfezionati.
Il Principe Piero Ginori-Conti nel 1904 , riuscì mediante un esperimento a trasformare l’energia termodinamica del vapore in energia elettrica accendendo le prime cinque lampadine, utilizzando un motore alternativo da quasi un cavallo accoppiato ad una dinamo ( foto ). Tale rivoluzione dette inizio ad una notevole espansione sul tema, infatti l'anno dopo ( 1905 ) viene installato un motore di tipo " Cail "da 40 CV ad una dinamo di 20 KW tale impianto fornì per molti anni l'energia elettrica alla fabbrica ed ai primi motori elettrici di modesta potenza. In tale anno venne assunto dalla ditta l' ing. Bringhetti che oltre a sviluppare la parte chimica partecipò alla progettazione e alla realizzazione della prima centrale geotermoelettrica di Larderello, infatti nel 1913 anno in cui venne raggiunto un grosso traguardo, venne di fatto collaudato il primo turboalternatore alimentato a vapore da 250 KW, vanto della officine Tosi.
Il 10 Marzo 1914, entrò in esercizio la Centrale 1 , con un gruppo da 250 kw ( foto ), e venne allacciata alle linee di distribuzione di Volterrra e Pomarance. Dopo il reperimento del Soffionissimo (1931), iniziò il rapido sviluppo della produzione dell’energia elettrica, grazie alla notevole potenza dei nuovi soffioni, difatti nel 1944, prima della quasi totale distruzione del complesso industriale, Larderello raggiunse una potenza installata di 126.800 KW con una produzione annua di oltre 900 milioni di KWH.
Il 1950 per Larderello è sinonimo di ricostruzione e grossi ampliamenti infatti questo è l'anno dove vengono finite le opere di ricostruzione degli impianti distrutti dal passaggio della guerra e l'entrata in funzione della centrale 3, la più moderna e potente centrale geotermica al mondo del tempo. Nel 1959 la potenzialità delle centrali elettriche della " Larderello spa " raggiunge i 300.000 Kw, e la produzione annua supera i 2 miliardi di Kwh. Vengono scoperti due nuovi campi di ricerca geotermica a Bagnore (GR) e Piancastagnaio (SI) ubicati al di fuori dalla tradizionale zona boracifera e precisamente sul Monte Amiata. Nel 1971 viene trovato il pozzo denominato Travale 22 o " Soffione della speranza " che rivoluziona vecchie teorie secondo le quali davano la zona di Travale ( SI ) come zona di scarso interesse geotermico, riaprendo cosi la zona a nuove ricerche e alla costruzione, nelle immediate vicinanze del pozzo, di una centrale che entrerà in funzione nel 1973.
.In tempi moderni dove si cercano alternative al nucleare e al petrolio, il vapore che ancora noi estraiamo dal sottosuolo, resta una validissima alternativa, in quanto è totalmente naturale ed ecologico, poiché si forma autonomamente in questa zona e in zone simili d’Italia. Noi, lo estraiamo per conto dell’ERGA spa gruppo ENEL,( società regina in questo campo ) ed è utilizzato oltre che per produrre energia elettrica, anche per il teleriscaldamento delle abitazioni della zona e per la piscina unica in Europa a riscaldamento geotermico. Quindi potrebbe essere molto interessante, per le persone che non conoscono questa realtà, venire a passare una giornata a Larderello, visto che la visita al museo, e a tutto quello che riguarda la nascita, l’estrazione del vapore, eventuali visite alle centrali geotermiche, è realizzata grazie a delle guide specializzate, in maniera (al momento) assolutamente gratuita. Potrebbe essere piacevole includere alla visita di Larderello, anche un giro nei dintorni, come nelle vicine città d’arte di Volterra e Massa Marittima.
Le notizie di carattere storico sono state tratte da materiale fornito pubblicamente dal MUSEO MONDIALE DELLA GEOTERMIA presso ERGA spa - gruppo ENEL, con sede a Larderello, per informazioni
E-MAIL: .museogeotermia.larderello@enel.it